Ci svegliamo presto, vista la meta di oggi siamo pronte a faticare e quindi abbiamo bisogno di tempo per ogni evenienza e per affrontare i circa 800mt di dislivello!
Oggi raggiungerò il famoso O Cebreiro, ma ti racconto di lui più avanti.
Usciamo che è ancora notte ma c’è una luna meravigliosa, così luminosa che non serve accendere le torce!
Passerò per diversi paesini che spezzeranno quel contesto a cui mi ero abituata di km e km di nulla!
Nonostante questo, i luoghi aperti dove fare rifornimento sono sempre radi!
Si entra nella Comarca de Os Ancares, riserva naturale montagnosa ricca di tradizioni.
Ci addentriamo in un ambiente che ormai ha più della Galizia che della Castiglia y León.
Ci fermiamo nel primo bar aperto che incontriamo e anche se è palese che siamo tutti pellegrini, chi è dietro al bancone non è decisamente così felice di vederci!
Poco importa!
Dopo esserci rifocillati riprendiamo tutti la nostra strada e come sempre, in poco tempo a causa del passo differente, ci si perde. Come all’inizio di questo viaggio, all’improvviso mi ritrovo in quello che considero il mio habitat: i boschi! Aaaah la Galizia!
Non fraintendermi, il Cammino è tutto stupendo, ma questo è decisamente il mio contesto preferito!
Passiamo per la tienda “La Pandela“, punto di riferimento non solo per i pellegrini perché, a quanto pare, anche ai motociclisti e ai local piace fermarsi qui!
Un piccolo angolo market, il bancone del bar, qualche tavolino interno ed esterno ed ecco un punto che nelle ore dei pasti si riempie!
Lasciata Las Herrerias de Valcarce il cammino prosegue tra asfalto e sentieri.
Ci fermiamo all’ultimo paesino prima di affrontare il tratto finale, quello più impegnativo dove si abbandona completamente l’asfalto per passare ai sentieri.
Poco alla volta si sale fino all’ultimo chilometro, quello che ti spezza in due!
Qui è bene dosare i passi e il fiato.
Quando poi affronti una giornata dove le tue gambe sembrano fatte di legno.. non ti dico che felicità!
Ma la vista ripaga sempre, l’infinito che si apre davanti ai miei occhi è qualcosa di pazzesco, riempie il cuore!
Una giornata limpida, un cielo blu, il sole che scalda…chi l’avrebbe mai detto che dalla sera era prevista neve 😅
La testa non viaggia, mi godo semplicemente il momento e mi sento grata per quello che sto vivendo.
Lungo la via salendo per sentieri magici che, vi assicuro, è davvero difficile descrive, si fanno anche incontri bellissimi come quelli nel video qui sotto!
Per chi volesse è possibile farsi aiutare dai cavalli per un tratto di salita!
Si prosegue fino ad arrivare ad uno dei punti di riferimento di questa giornata, il cippo chilometrico, la pietra di confine che annuncia il passaggio ufficiale nelle terre della Galizia!
L’emozione di aver raggiunto un altro traguardo!
Da qui sarete, simpaticamente, pressati ogni mezzo km dalla presenza di pietre che vi segneranno quanto manca all’arrivo a Santiago…così giusto per mettere un pò di ansia!
Realizzo anche che sono arrivata a quello che è l’ultimo tratto di questo viaggio che ho iniziato da sola e terminerò in egual modo!
Ma approfondiremo a suo tempo!
Arriviamo in cima, in questo piccolo abitato che sembra uscito da un racconto di Asterix e Obelix, druidi e di tutto quell’immaginario creato dai cartoni animati. Quei luoghi sono reali…eccoli!
Le case tipiche a pianta ellittica sono chiamate “Pallozas” e fino a poco tempo fa erano ancora abitate! Sono fatte di pietra con tetti in paglia a forma di cono; eredità di antiche tribù preromane che abitavano queste zone. Questo luogo oggi è anche un centro turistico raggiunto da diversi viaggiatori, come sempre i motociclisti arrivano ovunque e anche qui, è facile trovare qualche comitiva seduta ai bar!
Siamo a 1300 m s.l.m. completamente circondati dalla natura, a 152 km da Santiago!
Alloggerò all’albergue “Do Cebreiro”, una struttura grande e moderna che regalerà momenti di disagio!
Non avevamo prenotato nulla, così dopo esserci guardate un pò intorno tra albergue pieni o meno decidiamo per questo.
Ci prestiamo per un accoglienza un pò fredda ma poco importa onestamente e dopo le opportune registrazioni ci viene dato il numero della camerata che raggiungiamo al piano superiore.
Prendiamo posto e come sempre ci sistemiamo per poi farci la doccia.
Doccia al freddo che mi sarei risparmiata volentieri!
Questa zona si trova al piano interrato, divisa per sesso, in uno spazio ampio e pulito; un contesto che ricorda un pò quello delle piscine per intenderci! Peccato che tutte le finestre fossero aperte, si gelava! Per fortuna l’acqua era bollente!! Presumo che questa scelta sia stata fatta per arieggiare, visto quanto sono ligi alle limitazioni Covid, ma se da un lato fai girare l’aria dall’altra rischio di ammalarmi per altri motivi!!
Mi lavo più in fretta che posso sperando di non prendermi un accidente e corro al riparo nel sacco a pelo!
Alle 19:00 raggiungo la piccola “Parroquia de Santa Maria a Real” per partecipare alla messa per i pellegrini.
Ormai lo sai, non sono una frequentatrice delle messe ma almeno ad una durante questo viaggio bisogna parteciparvi! E non nascondo che se ne avessi avuto occasione, forse, anche più di una.
Le sue campane durante l’inverno suonavano per aiutare i pellegrini a orientarsi in mezzo alla nebbia e si narra che all’interno di questa piccola ma graziosa chiesetta sia custodito il Santo Graal galiziano.
Dove c’è l’altare è, invece, sepolto Don Elías Valiña, di cui si trova una raffigurazione anche al di fuori.
Parroco di O Cebreiro fino al 1989 che ha sempre lavorato per il recupero e la promozione del Cammino di Santiago. Creatore della “Flecha Amarilla” la famosa freccia gialla che oggi indica la via a tutti i pellegrini!
Le storia del Santo Graal Galiziano
Una tradizione molto radicata nel nord della Spagna narra che in un rigido mattino invernale nel primo anno del XIV secolo, un sacerdote stava celebrando l’Eucaristia sull’altare di una delle cappelle laterali della chiesa.
La neve e il vento rendevano quasi impossibile accedere alla cappella, e il sacerdote pensava che nessuno sarebbe riuscito ad andare a Messa.
Per sua sorpresa, un contadino di nome Juan Santín si spostò da Baixamayor a O Cebreiro, per raggiungere la parrocchia.
Il sacerdote allora chiese al contadino: “Tanto sacrificio per un po’ di pane e di vino?”
In quel momento, il pane e il vino consacrati divennero carne e sangue, ripristinando la fede del presbitero.
Il piatto con la carne sanguinante rimase in mostra per più di un secolo.
La regina Isabella compì un pellegrinaggio alla chiesa alla fine del XV secolo, e ne testimoniò l’autenticità.
Il miracolo eucaristico di O Cebreiro divenne famoso grazie alle storie dei pellegrini lungo il Cammino e oltre.
Esco da questo luogo piacevolmente sorpresa, il parroco ha celebrato una messa coinvolgente, non pesante e senza prediche scontate. Un contesto semplice dove ad un certo punto siamo stati tutti coinvolti. Molto carino il pensiero di donare un sassolino con rappresentata la freccia del cammino, che ovviamente conservo insieme a tutti i cimeli raccolti durante questo viaggio!
Finita la messa esco senza aver preso fuoco o altro 🤣 quindi posso dirigermi a cena!
Io ed M. raggiungiamo gli altri pellegrini con cui ci eravamo accordati, in un ristorantino vicino alla chiesa incoscienti, ancora una volta, che stavamo andando incontro ad un altro momento che solo in questi contesti può capitare!
Prendiamo posto inizialmente noi due a un tavolino per quattro in attesa degli altri, ma più passa il tempo più entrano persone conosciute strada facendo e prendono posto a tavola con noi. Così man mano la tavolata si allarga e alla Mesón Carolo de O Cebreiro dal sederci in due, una tavolata di nove pellegrini provenienti da varie zone dell’Italia e della Spagna, occupano la sala del ristorante facendo una caciara epica per la felicità di tutti i presenti!
Soprattutto della povera signora, non giovanissima, che si occupava dei tavoli e che inizialmente non era felice di questa situazione tanto da essere visibilmente arrabbiata. E’ durata poco perché…non poteva non volerci bene! E così si è sciolta anche lei portandoci ogni portata della cena con gioia!
Con 12€ il menù del pellegrino era davvero ricco! Ho avuto modo di assaggiare una calda e gustosa minestra tipica della Galizia che si chiama “caldo galego” o gallego in spagnolo. E’ una variante della vicina “caldo verde” servita in Portogallo. E’ una zuppa a base di cavolo, patate, cime di rapa e fagioli bianchi che presenta poi delle varianti come il prosciutto, il chorizo ecc.
Tra le novità che ho assaggiato c’è anche la “torta di Santiago“, non me la sono fatta scappare visto che la ricetta non prevede l’utilizzo di latticini! E’ fatta con farina di mandorle, uova, cannella, zucchero e limone. E’ leggera e gustosa!
Dopo primo, secondo, dolce, pane, acqua, vino e caffè….forse è ora di andare a dormire!
La notte in certi contesti è così intensa che è inevitabile non perdersi a guardare il cielo, ma non è il caso di stare a cercare le stelle cadenti, fa troppo freddo!
Preoccupati per il meteo che prevede neve, soprattutto io che non sono attrezzata, andiamo tutti dritti in albergue.
Una volta rientrata mi prepariamo per la notte inconsapevole di ciò che sta succedendo in camerata. Una volta rientrata mi rendo conto che c’è un pò di agitazione, alcuni nostri compagni di stanza non erano della nostra stessa idea di riposare. Ci rendiamo subito conto di chi erano!
Una coppia fratello e sorella incontrati a Roncisvalle e mai più rivisti lungo il Cammino! Tanto per farvi capire quanto è assurdo questo viaggio!
Quel giorno a Roncisvalle li avevamo visti belli allegri dopo più di una bottiglia di vino. Si pensava alla gioia dell’inizio di un viaggio, anche se non è mai il caso di esagerare in certi contesti.
Addirittura pensavo si fossero fermati visto che non li avevo più incontrati.
A quanto pare stavano percorrendo il cammino del vino perché avvinazzati li avevamo lasciati e così li abbiamo ritrovati!
Il problema, per loro, è che in Spagna chi esagera con l’alcol non è ben visto.
Quando hanno iniziato a diventare “molesti” per il contesto, è stata chiamata l’hospitalera che non si è tirata indietro dal rimproverarli. Chiedendo loro in primis di portare fuori l’alcol da quel contesto e di darsi una calmata o avrebbe dovuto chiamare le forze dell’ordine.
A quanto pare i ragazzi non l’avevano presa seriamente…ma lei lo era.
Non lo ha ripetuto due volte e ad un certo punto dal buio della notte si intravedono i lampeggianti blu.
E così finisce questa serata e questa giornata!
Mi addormento sperando di non svegliarmi con uno sfondo bianco fuori dalla finestra!
A presto,
Deb!
Ti ammiro tantissimo io non riuscirei mai a sostenere simili avventure. Capisco però che solo con costanza e caparbietà Si possano vivere esperienze così emozionanti e uniche. Continuo a seguirti con molta curiosità..
Io sono convinta che molti di noi possano fare molte più cose di quello che credono!
Ti ringrazio per il tuo sostegno 🤗
È da tempo che vorrei visitare la Galizia. Però in un modo meno… avventuroso. 😉 Le mie condizioni fisiche attuali non credo mi permetterebbero di fare quello che hai fatto tu. Certo, se per una buona volta iniziassi ad allenarmi un po’ come si deve…
La Galizia è bellissima da visitare anche in modo più…definiamolo comodo! Potresti iniziare a tastare il terreno per poi pensare un giorno ad una piccola avventura!!!
Un viaggio sempre più emozionante. Sembra di essere lì con te a seguire la strada e poi i sentieri in mezzo ai boschi della Galizia; a seguire la messa e cenare con gli altri pellegrini. Bravissima, Deb!
Grazie di cuore Vero!
Ti seguo con avidità in questo tuo meraviglio cammino! La Galizia e il Cebreiro sono sicuramente affascinanti, ma mai quanto le emozioni che suscita il tuo racconto di vita!
Che tesoro immenso!Grazie!
Un percorso emozionante alla scoperta della Galizia, ma sopratutto, credo, di te stessa! Buon viaggio e buona vita!
Hai detto bene! Ma credo questo credo sia così per ogni tipo di viaggio che affrontiamo. Grazie mille!
Eccoci giunti ad un altro appuntamento con la tua incredibile avventura. Mi unisco alle belle parole che ti sono già state rivolte perché meriti davvero tanta stima.
Gratitudine immensa ragazze!
Ogni puntata un’avventura…pure con un finale a luci blu! 🙂 Brava che racconti, attendo la prossima puntata!
🤣 non ci si fa perdere nulla!Grazie!
La Galizia mi manca e la vorrei tanto vedere, anche se io sceglierei un modo meno impegnativo per visitarla
Da quello che ho potuto constatare è visitabile in ogni modo! A piedi, in bici, in moto e in auto! Ogni modo da la possibilità di avventurarsi in contesti diversi e tutti bellissimi!
Di questa esperienza penso che apprezzerei soprattutto il contesto naturalistico… non riuscirei mai a condividere una camerata con altri perché non riesco a dormire se non c’è buio e silenzio assoluto!! Mi è piaciuto un sacco il villaggio con quelle abitazioni così particolari: sembrava veramente il villaggio di Asterix!!
Eh purtroppo delle volte non è facile la condivisione degli spazi con altri, sopratutto se sono sconosciuti!!!